#16
Spider-Girl
Parte 1
New York City
Ti
risvegli su una superficie e ti senti come se avessi battuto la testa contro un
muro. Ed in effetti è quasi così: quando ti alzi, noti che sul cemento hai
lasciato un’impronta con la forma dei tuoi zigomi.
Ti
alzi in piedi barcollando, controllando che non ci sia nessuno. E’ un bene che
sia così perché il tuo costume è a brandelli, e non vorresti certo che degli
sconosciuti ti vedessero così.
Anche
il Tallus al tuo polso è distrutto; non solo, ad
occhio non tutti i pezzi ti hanno seguita nel viaggio quindi chissà dove e
quando possono essere.
Ti
copri l’indispensabile con la ragnatela; per quanto sia scomodo è sempre meglio
dell’alternativa.
Noti
ben presto un giornale abbandonato a terra. Già una prima occhiata alla prima
pagina ti fa capire che qualcosa non va, a meno che qualcuno non abbia rieletto
il Presidente di dieci anni fa.
Eppure
la data è chiara: sei nel passato. Un tempo questa rivelazione sarebbe stata
devastante, ma hai viaggiato quanto basta con gli Exiles
da esserci quasi abituata.
“Tipica
fortuna dei Parker. E adesso cosa faccio? Non posso tornare a casa e spiegare a
papà perché sua figlia ha sedici anni invece di tre. Ora che ci penso, non
posso neanche fargli sapere che sua figlia è Spider-Girl o chissà che disastri
temporali potrei causare. Avrò bisogno di Reed
Richards per tornare a casa…ma non posso certo andare
dai Fantastici Quattro conciata così. E tutti i miei amici o portano ancora i
pannolini o non sanno neanche chi sia. Che faccio adesso?”
Ti
chiami May “Mayday” Parker. Sei Spider-Girl, la figlia dell’Uomo Ragno.
E
sei seminuda in un vicolo, sperduta nel passato.
Xavier Institute for Higher Learning
Questa
è una scuola diversa da tutte le altre della nazione. Questa è da anni la base
operativa degli X-Men, del resto, per non parlare di
altri gruppi meno conosciuti ma altrettanto valorosi. Gli eroi in costume
decisamente non sono una cosa rara qui.
E’
piuttosto strano però che un eroe si presenti suonando il campanello.
O
almeno ci prova: quando il dito è ad un centimetro dal pulsante, una voce
femminile esclama:
-Porca
miseria. Sei l’Uomo Ragno!
L’arrampicamuri alza lo sguardo: sopra il cancello c’è
un’adolescente bionda, seduta a gambe incrociate su una nuvola bianca.
-Ciao;
gli X-Men sono in casa?
-S-sì, sì ci sono –
risponde emozionata la ragazza.
-Grazie,
non si sa mai con questi gruppi. Andiamo a fargli visita?
La
ragazza annuisce, alzando la nuvola di diversi metri. L’Uomo Ragno la segue
prima con un salto da fermo da quattro metri, per poi agganciare la ragnatela
alla nuvola. Quando la nuvola si muove verso la Scuola, con un’acrobazia che
farebbe venire la nausea a qualsiasi acrobata l’Uomo Ragno si posiziona in cima
alla nuvola a fianco della ragazza.
-Grazie,
sembro ridicolo a camminare con questa calzamaglia. Come ti chiami?
-Abby, voglio dire
Cloud-9.
-Bel
potere; mi farebbe comodo a New York, risparmierei un bel po’ in fluido per
ragnatele e con tutto quello smog mi muoverei praticamente in incognito.
-Mi…mi firmi un
autografo?
Qualche
minuto dopo, qualcuno bussa all’ufficio del preside.
-Avanti
– risponde Hank McCoy alias la Bestia, alzando lo sguardo dai fogli di carta
che tiene in mano. L’Uomo Ragno entra dalla porta, senza essere particolarmente
colpito dal fatto che Hank è a testa in giù con i piedi sul lampadario.
-Hank – lo saluta,
dirigendosi con calma verso la parete e scalandola fino a posizionarsi a testa
in giù con i piedi aderenti al soffitto.
-Spidey.
-Bella
cravatta.
-Il
difficile è non farmela cadere in faccia – risponde la Bestia, cercando di
rimettersi un po’ in sesto un doppiopetto pensato per chi cammina sul
pavimento.
-Immagino
di doverti fare i complimenti per l’avanzamento di carriera. Mi, uhm, mi
dispiace per Xavier.
-Sei
molto gentile.
-Come
sta Ciclope?
-Scott… è complicato.
Sta bene, ma non siamo in ottimi rapporti ultimamente; se non ti dispiace
lascerei perdere l’argomento.
-No
problem – risponde l’Uomo Ragno; certo la cosa
sarebbe stata più semplice, dato che Ciclope conosce la sua identità segreta.
-Del
resto questa non è una visita di cortesia, vero?
-Quando
mai ci vediamo per visite di cortesia?
-Giusto.
Sei venuto ad avvisarci di qualche minaccia mutante o stai cercando un posto
come insegnante?
-Beh,
a dire la verità…avrei bisogno che tu mi faccia un
favore. Non come preside o come X-Man, ma come biochimico e genetista.
Dalla
cintura l’Uomo Ragno estrae un piccolo fazzoletto sporco di sangue, e lo porge
allo scienziato dal pelo blu.
-Vorrei
sapere se la persona a cui appartiene questo sangue è un mutante. E vorrei che
tu non immettessi nessuna informazione derivante da quel campione in nessun
database. Una cosa confidenziale, capisci.
-Uhm.
Posso chiederti perché dev’essere confidenziale?
-E’
una cosa da identità segreta.
La
Bestia riflette per qualche secondo prima di rispondere. Non gli piace dover
gestire una cosa del genere in segreto, come se essere mutanti fosse una
vergogna da nascondere, ma conosce l’Uomo Ragno da tanti anni.
-D’accordo.
Torna tra una settimana e ti farò sapere.
-Una
settimana? Non puoi usare Cerebro?
-Potrei
farlo se tu avessi portato qui la persona interessata. E non posso usare
nessuna delle nostre macchine più avanzate perché sono tutte collegate al
database centrale…farò prima a condurre un’analisi
alla vecchia maniera che a riprogrammarle.
-Capisco.
Lo apprezzo molto, Hank, davvero.
-Questo
ed altro per l’Amichevole Uomo Ragno di Quartiere.
-Bel
tentativo, ma funziona solo quando lo dico io.
Quella sera, un appartamento di New York
City
Phil
Urich esce dall’ascensore, felice di essere
sopravvissuto fino alla fine della giornata. Non è certo semplice farsi una
carriera al Daily Bugle
quando tuo zio è uno dei giornalisti più in gamba ad aver mai lavorato nel
settore e tu sei un imbranato cronico.
Apre
la porta di casa e cerca di accendere la luce: una ragnatela glielo impedisce,
però, bloccandogli il braccio contro la parete.
Phil
sta per lasciarsi scappare un urlo di sorpresa, ma una mano gli tappa la bocca:
una mano di qualcuno che sta aderendo alla parete, proprio sopra la porta.
-Sei
Phil Urich? – chiede una voce sconosciuta. Phil
annuisce.
-Chiudi
la porta. Nonostante quello che può sembrare non voglio farti del male.
Phil
chiude la porta, ed una mano dalla forza sovrumana lo libera dalla ragnatela.
Il suo primo istinto è di accendere la luce.
Scopre
così che la voce appartiene ad una ragazza mascherata da un passamontagna, che
indossa una delle sue tute da ginnastica ed i pantaloni di una calzamaglia blu.
-Sei
Aracne?
La
domanda coglie evidentemente di sorpresa May, che pensa:
“Oddio,
e chi sarebbe? Una vecchia super-eroina di questo periodo? Potrei rispondere di
sì, ma se fosse una domanda a trabocchetto? Tipo, se fosse un’eroina nera morta
da cinque anni?”
-Sono
Spider…ette – risponde May, sperando che la pausa
nella risposta non sia troppo evidente. Dopotutto si è inventata il nome sul
momento. Forse farsi chiamare Spider-Girl non sarebbe un problema, ma meglio
non rischiare.
-Spiderette. Mai sentita
nominare.
-Provengo
da un universo alternativo.
-L’universo
MUSA, giusto? Quello del portale di qualche settimana fa?
-Perché
no? Voglio dire, sì proprio quello. Sono rimasta bloccata qui ed ho bisogno di
qualcuno che mi nasconda per un po’. E so di potermi fidare di te…Goblin.
-Che
cosa…come fai a…ah, ho
capito – sorride Phil, appoggiando una mano sulla sua spalla ed avvicinandosi.
-Nel
tuo universo non ho mai smesso di essere Goblin e siamo una giovane coppia di
super-eroi.
-NO
– si sbriga a rispondere May, allontantanandosi con
una velocità sovrumana – Ci conosciamo nel mio universo, è vero, ma per me sei
una specie di fratello maggiore. Molto, molto, molto maggiore.
-Oh. Beh, fa’ come
se fossi a casa tua. Tieni pure il maglione
– risponde Phil, evidentemente deluso dal fatto che May non sia
minimamente interessata. Ovviamente non sa né che lei ha sedici anni né che per
lei è sempre stato Zio Phil.
“Te
lo restituirò quando sarò sicura che non potrai vedere quello che resta del
simbolo dell’Uomo Ragno” pensa May “non penso che riusciresti a tenere il
segreto per tredici anni”.
Ore dopo
E’
notte fonda e May sta fissando il soffitto. Non è solo per colpa del russare di
Phil che sta dormendo sul divano.
La
sua mente si rifiuta di spegnersi. Pensa agli Exiles,
chiedendosi se stiano bene nelle rispettive linee temporali. Pensa a quanto
tempo passerà prima di rivederli, se si rivedranno mai. Soprattutto Bucky. Pensa ai suoi amici che non vede da tempo. Pensa ai
suoi genitori.
Rivedere
la faccia amica di zio Phil non le è servito tanto quanto sperava.
Quando
il tuo corpo è più veloce a recuperare le energie di quello di un normale
essere umano ed hai un milione di pensieri per la testa, c’è solo una cosa da
fare se sei la figlia dell’Uomo Ragno.
Puoi
solo saltare fuori dalla finestra.
Ritrovarsi
nel passato recente è una cosa strana. Tutto sembra così simile al presente, ma
se si guarda bene si notano tutte le discrepanze del caso.
Cartelloni
pubblicitari che mostrano attori più giovani di quanto tu ricordi. Autoradio
che suonano pezzi appena usciti di cui hai già sentito tre cover. Vecchi
palazzi sconosciuti di fianco a case nuove di zecca che ricordi di aver visto
per anni.
Non
è la prima volta in cui viaggi indietro nel tempo, ma trovarsi negli anni 40
con gli Exiles era tutt’altra cosa. Quello era quasi
un mondo alieno. Ora è come essere a casa, ma qualcosa ti ricorda costantemente
che non ci sei veramente tornata.
Ti
muovi per la città più per istinto che con una meta vera e propria. Anche se
avessi una destinazione precisa non potresti seguire la solita ronda, costretta
come sei a saltare tra un tetto e l’altro invece di lanciarti tra i
grattacieli: è rimasto così poco fluido per ragnatela che hai preferito
lasciare i lanciaragnatele nascosti a casa di zio Phil.
Un
piano inizia a formarsi nella tua testa. Per prima cosa domattina andrai dai
Fantastici Quattro per chiedere a Reed Richards di
riportarti a casa: sei abbastanza sicura che abbia una macchina del tempo. Poi
inizi a porti tutti i problemi del caso. Sei una Parker, del resto.
Richards
sarà disposto a rimandarti a casa? Avrà solo la tua parola per sapere che
provieni dal futuro. Ma da quale futuro, poi? Ci sono così tante realtà
alternative, ed una Exile dovrebbe saperlo.
Forse
avrà i mezzi per stabilire da dove…da quando provieni, ma anche se fosse darà
comunque un passaggio alla prima super-eroina che si presenta? Dovresti dirgli
il tuo vero nome? Non riesci a ricordarti se in quest’epoca conosceva o meno
l’identità dell’Uomo Ragno. A ripensarci, non ricordi nemmeno se lo sa nel
presente. Probabilmente ti preoccupi troppo. Sei una Parker.
Una
cosa è certa: non ti presenterai a casa di quattro degli eroi più grandi della
storia né indossando un costume a brandelli né una tuta da ginnastica di due
taglie più grande.
Zio
Phil probabilmente non si accorgerà neanche dei soldi spariti. Chissà la sua
sorpresa quando nel futuro glieli ridarai con gli interessi.
Non
sei esattamente fiera di esserti intrufolata nel negozio più di quanto tu lo
sia dell’aver rubato, per quanto cerchi di razionalizzare la cosa. Tuo padre
non approverebbe di certo, ma che tu sappia tuo padre non si è mai perso nel
tempo.
-C’è
qualcuno qui? – chiede una voce. Una voce che non riconosci, ma non ha
importanza: sai che non può significare niente di buono. Niente significa qualcosa di buono ultimamente, in effetti.
Ti
affretti ad indossare la tuta in spandex e saltare,
aderendo al soffitto sperando di non essere scoperta.
La
luce di una torcia illumina il punto in cui ti trovavi un secondo prima. La
torcia ha una strana forma, simile a quella di una pistola, ma l’uomo che la impugna
è ancora più strano: indossa un costume bianco e viola che non riconosci.
-Avanti,
fatevi sotto! Avete paura del mio Raggio Astrale, vero?
La
tua prima idea è che si tratti di un super-criminale. Difficilmente si è
intrufolato nel negozio a quest’ora per dei buoni motivi, ma del resto lo hai
anche fatto tu.
Il
tizio non ne vuole sapere di andarsene. Non solo, ben presto si accorge della
tuta da ginnastica di zio Phil che hai lasciato per terra…che
sta iniziando a brillare.
“Il
Tallus! Avevo in tasca i suoi ultimi frammenti!”
pensi mentre il criminale raccoglie l’abito da terra.
-Mi
scusi, ma non credo sia della sua taglia – dici per attirare la sua attenzione.
L’uomo dirige verso il soffitto il suo raggio, e tu riesci ad evitarlo
muovendoti con l’agilità proporzionale di un ragno.
Quando
scendi a terra lui si muove molto, molto più rapidamente di quanto ti aspettavi
e ti colpisce in pieno con il raggio.
-Ah!
Assaggia la piena potenza del mio Raggio Astrale!
Il
raggio ti sta illuminando, in effetti, ma non senti nessun altro effetto. Tutto
quello a cui stai facendo caso è la luce pulsante del Tallus,
ben visibile dalla tasca della tuta.
-Sembra
che il tuo raggio non stia facendo niente. Che ne dici di spiegarmi che cosa ci
fai qui a quest’ora, mister…
-Norton G. Fester, L’Uomo Meteora. Ma presto il mondo mi conoscerà
come l’uomo che ha ucciso…uhm…
-Spiderette.
-L’uomo
che ha ucciso Spiderette! Mi è sufficiente impostare il Raggio Astrale alla
potenza massima!
L’uomo
gira una manopola sulla pistola, la punta verso di te…e
la luce della pistola si spegne. Devi aver trovato il super-criminale più
imbranato di quest’epoca.
-Senti,
è abbastanza chiaro che non hai idea di cosa stai facendo. Perché non te ne
torni a casa e dimentichiamo quello che è successo? Voglio dire, solo perché
abbiamo entrambi un costume non vuol dire che dobbiamo combattere.
Ti
avvicini all’Uomo Meteora, allungando una mano per poter recuperare i frammenti
del Tallus. Senti pizzicare il Senso di Ragno e ti
prepari ad allontanarti, ma quell’uomo è molto più veloce di quanto dovrebbe
essere e ti afferra il polso.
-No!
Non ti lascerò rubare il mio Raggio Astrale!
Con
un solo movimento del braccio non solo l’Uomo Meteora ti scaglia via come se tu
non pesassi niente, ma ti fa anche sfasciare una finestra ed atterrare in mezzo
alla strada.
Tuo
padre non sarebbe per nulla contento: hai perso il conto delle volte in cui si
è raccomandato di non attaccare mai a testa bassa un nemico che non conosci.
L’Uomo
Meteora esce dal negozio abbattendo un muro. Una cosa l’hai capita: questo
tizio è forte.
Tiene
in mano i frammenti del Tallus, lasciandosi alle
spalle la tuta da ginnastica stracciata.
-Questo
che cos’è? Un minerale alieno con cui cercavi di sconfiggermi?
Il
tuo Senso di Ragno inizia a pizzicare, ma non è il pizzicore suscitato da un
super-criminale da quattro soldi come questo. Questa è roba seria.
-Mi
piace – sorride l’Uomo Meteora, i cui occhi si illuminano di energia.
Ed
ancora prima del Senso di Ragno tu sai già che tra poco sentirai molto, molto
male.
Lo
spettacolare e stupefacente Uomo Ragno sta camminando avanti e indietro sulle
finestre del grattacielo da diversi minuti, tutti impiegati a rimuginare sulla
decisione presa nel mattino.
“Non
avrei dovuto dare il campione alla Bestia. In fondo che importanza avrebbe se
May fosse una mutante? Anche se fosse nata con otto braccia non avrebbe fatto
differenza. Tranne che per trovarle dei vestiti, forse. E se fosse davvero una
mutante? Chissà che poteri potrebbe sviluppare, non lo sapremmo fino
all’adolescenza. Dovrei dirle che è una mutante? Tanto prima o poi lo
scoprirebbe comunque. Ma lo scoprirei comunque anche io, perché voglio saperlo
in anticipo? Perché non c’è mai un attacco di un super-criminale quando soffro
di insonnia?”
In
risposta a questa domanda, qualcosa esplode a meno di un quartiere di distanza.
Sotto la maschera, l’Uomo Ragno sorride.
-Adoro
questa città.
Il
tuo cervello sta pulsando come un martello pneumatico. Fai fatica a mantenere
l’equilibrio quando ti alzi in piedi; se tu fossi una ragazza normale ora
saresti in fin di vita, ma è difficile esserne grati quando le orecchie
fischiano ancora.
-Questo
metallo è incredibile! – si vanta l’Uomo Meteora, ma tu non puoi ancora
sentirlo.
Ora
che ti stai riprendendo, inizi a ricordare: eri vicina ad una macchina, che è
esplosa quando gli occhi dell’Uomo Meteora si sono illuminati.
Così
quando vedi di nuovo quel bagliore non aspetti certo il Senso di Ragno: scatti
all’istante, precedendo l’esplosione che fa saltare per aria l’asfalto. Perché
diavolo hai lasciato i lanciaragnatele a casa di zio Phil? Se tu li avessi con
te potresti lanciare una ragnatela per rubargli di mano i frammenti del Tallus.
-Spiacente,
ma “Incredibile” è un grosso tizio verde con i pantaloni viola; sai com’è, noi
buoni ci teniamo agli aggettivi. Tutto bene, ragazza?
Sia
tu che l’Uomo Meteora restate senza parole per l’arrivo inaspettato dell’Uomo
Ragno.
-Attento!
– lo avverti.
-Ridammi il mio metallo!
I
due sensi di ragno pizzicano all’unisono; sia tu che tuo padre vi mettete in
salvo saltando in direzioni opposte per evitare di essere colpiti dal cemento
che è appena esploso.
Mentre
tu ti limiti a metterti al sicuro e pensare alla prossima mossa, l’Uomo Ragno
ha già approfittato dello slancio per posizionarsi alle spalle dell’Uomo
Meteora.
In
qualche modo ti senti in colpa per non essere stata altrettanto pronta di
riflessi, ma cambi atteggiamento quando ti accorgi che il senso di ragno sta
ancora pizzicando.
Non
può essere per colpa dell’Uomo Meteora: al momento non sembra nemmeno un pericolo per tuo padre, che
sta rimbalzando a destra e a manca facendo battute.
-Che
ci facevi qui, Norton, rapinavi una boutique? Lo so che quel costume è
orribile, ma vestirti da donna mi sembra un po’ esagerato.
-Stupido
zoticone! Sto raccogliendo fondi per le mie ricerche!
-Credevo
avessero dato per disperso il tuo cervello anni fa.
Con
quest’ultima battuta l’Uomo Ragno colpisce il proprio avversario con un pugno
dritto alla mascella…e poi indietreggia per
massaggiarsi la mano.
-Ouch! Guarda che non
è questo che diceva il copione…tu dovevi cadere a
terra dopo aver detto qualcosa di pateticamente divertente. Da quando sei così
forte?
-Non
ti permetterò di rivelare i miei segreti! – protesta l’Uomo Meteora, caricando
verso l’Uomo Ragno cercando di colpirlo
Mentre
osservi la lotta, ti rendi conto rapidamente di due cose: primo, a questo Uomo
Meteora manca qualche rotella. Secondo, non è lui a scatenare il senso di
ragno, è il metallo luminoso che tuo padre sta custodendo in uno zaino di
ragnatela sulle spalle.
Perché
tuo padre non si è accorto del pericolo? Forse è troppo distratto dal pericolo
rappresentato dal suo avversario; non è la prima volta in cui sospetti che il
tuo senso di ragno sia un po’ più sensibile del suo.
-Hey, Spandex Girl, che ne dici di darmi una mano qui? Per essere
un perdente che non ha finito le elementari, questo tizio è abbastanza tosto.
Sei
un po’ imbarazzata, ma ti rendi conto che finora sei solo stata a guardare
senza alzare un dito. Ed ora che il metallo sta brillando come non mai, decidi
che forse devi veramente fare qualcosa.
Non
ti sei ancora fatto un’idea di chi sia la ragazza né se abbia qualcosa a che
fare o meno con questo idiota; non ha cercato di aiutarlo né si è data alla
fuga, però.
Forse
una nuova super-eroina? Che cos’ha di tanto speciale New York da dare i natali
a così tanti aspiranti eroi? Perché quando eri un super-adolescente tutte le
donne con poteri avevano più di trent’anni? Forse è un bene, considerando
quanto ti hanno messo nei guai le ragazze normali.
Ma
stai divagando. Torniamo al buon Fester: come
stenderlo questa volta? E’ troppo forte per la ragnatela e non sei riuscito a
stenderlo a pugni.
La
ragazza si avvicina, ma invece di dirigersi verso il cretino sta venendo dritta
verso di te…oh bene, non mi stavo già divertendo
abbastanza, ti serviva proprio un altro avversario.
Cerchi
di metterla fuori gioco con la ragnatela, ma lei si scansa appena in tempo. E’
veloce, anche più veloce di te: mentre tu esegui un salto mortale per evitare
un pugno di Fester, lei si posiziona tra voi due e ti
strappa dalla schiena lo zaino di ragnatela.
Bene,
non solo è veloce come te ma deve essere anche altrettanto forte per fare una
cosa del genere; non solo, il tuo tentativo di bloccarle una gamba con la
ragnatela va a vuoto. Cos’è, c’è stata una svendita di senso di ragno
ultimamente?
Puoi
sentire il calore del Tallus anche attraverso la
ragnatela. Ti piacerebbe pensare che stia per attivarsi e riportarti a casa, ma
l’emicrania che ti sta causando ti fa pensare che stia per succedere qualcosa
di molto peggio.
Il
metallo è diventato incandescente. Resisti al dolore ancora per un secondo di
più, anche se senti la pelle delle mani che brucia, e poi lo lanci verso
l’alto. Corri più veloce che puoi sulla parete del palazzo, dandoti il massimo
slancio possibile; quando sei sul tetto, afferri il Tallus
che ricade e fai un salto di almeno una decina di metri.
Lanci
il Tallus con tutta la forza che hai, e l’ultima
reliquia della tua avventura con gli Exiles esplode.
Hai
immobilizzato l’Uomo Meteora con almeno due cartucce intere di fluido per
ragnatele, quando inizi finalmente a notare che il pizzicore alla base del
collo non è scomparso.
C’è
un boato assordante nell’aria: qualcosa è appena esploso sopra la tua testa.
Puoi vedere chiaramente la ragazza mascherata a poca distanza dall’esplosione;
più precisamente, puoi vederla rimbalzare sul cornicione e precipitare a terra.
-Il
mio metallo! – si lamenta l’Uomo Meteora, ma non ha importanza adesso: ora c’è
un’altra priorità.
Senza
pensarci due volte corri verso di lei e la afferri al volo, evitando che si
sfracelli al suolo. Una persona normale si sarebbe rotta l’osso del collo
colpendo quel cornicione con una forza simile, ma lei sta ancora respirando.
-Stai
bene? Lo so che è una domanda scema ma…
-Uomo…Meteora…
Già,
che fine ha fatto? La ragnatela giace a terra, spezzata, e di Norton G. Fester non si vede traccia…figurarsi
se quello non se la dava a gambe alla prima occasione.
-Lui
non è importante adesso. Ti porto in ospedale.
-No…niente ospedale –
protesta la ragazza, cercando di rimettersi in piedi da sola – Ho solo bisogno
di riposarmi un po’, pa… cioè Pe…Peter…
La
ragazza ti sviene tra le braccia. Le sirene della polizia si stanno avvicinando
e tu ti ritrovi a) senza criminale b) senza refurtiva, se quell’imbranato è
riuscito a rubare qualcosa c) una ragazza a dir poco sospetta che d) forse
conosce la tua identità segreta.
Non
c’è che dire, davvero una gran bella serata.
Norton
G. Fester si nasconde dentro l’impermeabile, cercando
di passare inosservato. Il colpo non è andato a segno ed il Raggio Astrale ha
bisogno di essere riparato, ma tutto sommato non è andata male. E’ riuscito a
suonarle sia all’Uomo Ragno che a Spiderette, per
esempio.
Sì,
tutto sommato ha dei buoni motivi per sorridere.
Specialmente
quando guarda il frammento di metallo nelle sue mani, davvero non può smettere
di sorridere.
CONTINUA
Note
Come
si addice ad una storia con viaggio nel tempo, la collocazione in continuity è un po’ particolare:
Per
Spider-Girl, dopo Exiles MIT #14
Per
la Bestia, prima di Young X-Men MIT #7
Per
l’Uomo Ragno, dopo Uomo Ragno MIT #76